Sto capendo che per aiutare una persona a crescere non devi fare assolutamente niente per lei. Le fai sentire che le sei vicino, ma tu non devi fare neanche un passo sulla strada che deve percorrere da sola.
Io so razionalmente di essere molto avanti coi pensieri di psicologia e di vita, e conscio di ciò provavo ad aiutare gli altri nel modo sbagliato.
Dicendole ogni volta “la situazione è questa, dovresti comportarti così” le ho impedito di crescere, di reggersi sulle sue gambe. Ogni volta che aveva un problema le presentavo la risposta bella pronta davanti agli occhi, e cosi facendo le toglievo la possibilità di scegliere, di correre il rischio e sbagliare.
Se non seguiva il mio consiglio si sentiva poi (inconsciamente) stupida perchè pur conoscendo la risposta giusta non l’ha seguita.
Seguendolo non imparava niente di nuovo non essendo arrivata da sola a quella conclusione, e sentiva di non sapersi reggere da sola sulle sue gambe.
Credo che questo a lungo andare le abbia causato le insicurezze che aveva.
Io ho sempre provato ad aiutarla perchè so che superare un dubbio esistenziale significa soffrire. Ricordando i periodi tristi della mia vita so quanto non mi piacesse stare così. Quindi pensavo di poterli evitare a lei trasmettendole quello che avevo capito.
Ma il problema è proprio qua: non bisogna conoscere la risposta, bisogna capirla.
Solo così diventi autonomo e saprai risolvere i problemi simili in futuro.
Se ci pensi è strano. Se al mondo ci sono 1000 problemi esistenziali e 1000 persone, non basta che ognuno affronti un solo problema e poi condivida ciò che ha scoperto. È come se al mondo ci fossero 1.000.000 di problemi.
L’ironia della vita. È come se ci piacessero i problemi, per quello che otteniamo superandoli.