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Pensieri #5

Da quando ebbi quel pensiero sul non aiutare gli altri per il loro bene ci penso tutti i giorni cercando di evolverlo e comprenderlo fino in fondo.
Sono sempre più convinto che sia corretto, e questa nuova visione mi porta (finalmente) a dar meno peso al punto di vista degli altri.
Ognuno ha la propria testa e il proprio bagaglio di vita vissuta. Per quanto io possa esser loro legato, rimane completamente indipendente dal mio.
Questo mi ha portato (purtroppo) ad un rovescio della medaglia non indifferente, sta cambiando la mia visione (e illusione) sull’amore.

Se quest’idea è corretta, mi cade uno dei significati principali che ha per me amare una ragazza. Per me amare significava farsi in 4 per lei, aiutarla con tutto me stesso per farla stare meglio, condizionare positivamente la sua vita, prendendomi carico se necessario di parte delle sue fatiche.
Adoro guardare negli occhi la ragazza che amo e vedere contemporaneamente la bambina che era e la donna che diventerà, ed aiutarla in questo percorso facendola sentire al sicuro insieme a me.

Ora mi accorgo che sentirsi al sicuro con un’altra persona è una contraddizione, perchè se ti senti al sicuro con lei hai inevitabilmente paura di perderla, sentendoti non al sicuro da solo.
Se due persone possono solo accompagnarsi nella propria crescita senza farla davvero insieme quasi come lungo un’unica strada, mi cade parecchio l’amore per come l’ho inteso io fino ad ora.
Mi sembra di dover essere meno legato all’altra persona per evitarle sofferenze, per il suo bene.

Pensieri #4

Sto capendo che per aiutare una persona a crescere non devi fare assolutamente niente per lei. Le fai sentire che le sei vicino, ma tu non devi fare neanche un passo sulla strada che deve percorrere da sola.
Io so razionalmente di essere molto avanti coi pensieri di psicologia e di vita, e conscio di ciò provavo ad aiutare gli altri nel modo sbagliato.
Dicendole ogni volta “la situazione è questa, dovresti comportarti così” le ho impedito di crescere, di reggersi sulle sue gambe. Ogni volta che aveva un problema le presentavo la risposta bella pronta davanti agli occhi, e cosi facendo le toglievo la possibilità di scegliere, di correre il rischio e sbagliare.
Se non seguiva il mio consiglio si sentiva poi (inconsciamente) stupida perchè pur conoscendo la risposta giusta non l’ha seguita.
Seguendolo non imparava niente di nuovo non essendo arrivata da sola a quella conclusione, e sentiva di non sapersi reggere da sola sulle sue gambe.
Credo che questo a lungo andare le abbia causato le insicurezze che aveva.

Io ho sempre provato ad aiutarla perchè so che superare un dubbio esistenziale significa soffrire. Ricordando i periodi tristi della mia vita so quanto non mi piacesse stare così. Quindi pensavo di poterli evitare a lei trasmettendole quello che avevo capito.
Ma il problema è proprio qua: non bisogna conoscere la risposta, bisogna capirla.
Solo così diventi autonomo e saprai risolvere i problemi simili in futuro.
Se ci pensi è strano. Se al mondo ci sono 1000 problemi esistenziali e 1000 persone, non basta che ognuno affronti un solo problema e poi condivida ciò che ha scoperto. È come se al mondo ci fossero 1.000.000 di problemi.
L’ironia della vita. È come se ci piacessero i problemi, per quello che otteniamo superandoli.

Pensieri #3

Secondo me è per questo che invecchiando si da meno importanza ai sogni personali e di più a lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra, dando la vita a dei figli tuoi, che siano una parte di te, un tuo regalo a questo mondo.
Eppure a volte penso anche a quelle persone che dedicano tutta la loro vita (e non solo la gioventù) a realizzare i propri sogni, sogni che non hanno niente a che fare col crearsi una famiglia.
Certo molte di loro non sono persone stupide, probabilmente alcune avranno fatto la stesa osservazione sulla vita che stiamo facendo noi.
E allora mi chiedo, cosa le spinge oltre? Perché vanno avanti se sanno che non si arriva da nessuna parte?
Credo sia perchè attribuiscono un valore spirituale all’obiettivo materiale che stanno inseguendo. Se vedi i tuoi obiettivi materiali per quello che realmente sono, perdono di importanza difronte alla vita. Ma per te quella cosa può dar valore al tempo che passa.
Sta a noi scegliere quale delle due visioni adottare per guardare al futuro. Forse quelle persone intelligenti davanti a questa riflessione rispondono che anche se dobbiamo morire e non si arriva da nessuna, meglio comunque che il viaggio sia bello.

Credo che una volta acquisita questa consapevolezza, se ne possa uscire con l’amore.
Se ami una persona o quello che fai, non ti importa dove arrivi ma il viaggio.

Pensieri #1

Parigi la vedo un po’ come la mia bella casa in cui vivere felice. Mi sento a casa in mezzo alla tanta bellezza che posso avere qui semplicemente aprendo la porta e andando a fare un giro.
Ma questo porta anche il rovescio della medaglia. Mi torna la voglia di prendere e partire di nuovo all’avventura, io e la moto, verso un altro posto dove crescere.
I cambiamenti ti fanno crescere molto più velocemente di quanto non fai quando tutto rimane statico per molto tempo. Anzi a volte regredisci addirittura se non senti la novità troppo a lungo.
Credo che nella vita sia impossibile essere pienamente soddisfatti. Non si può avere tutto, perchè desidererai sempre vedere o fare o avere qualcosa in più. La perfezione non esiste, ed è proprio questo il bello. Quando lo capisci, capisci che sei già pienamente soddisfatto. Che grazie a questo ci sarà sempre un valido motivo per alzarsi la mattina.
E alla fine il bello sta nello scegliere, nel prendere una decisione consapevole e decidere a cosa rinunciare, per apprezzare più a fondo quello che hai già.